Il Manifesto Food Pride

Il cibo è un vettore complesso, non solo di materia ed energia nella sua funzione nutrizionale, ma anche di cultura, saperi e relazioni sociali, elementi in stretta connessione con i territori e gli insediamenti umani. Il cibo riflette le relazioni profonde e reciproche fra gli aspetti umani, sociali e ambientali. Il cibo è un bene comune.


Alcuni principi che alimentano il nostro agire:

PARTECIPAZIONE

Il cibo è indispensabile per la sopravvivenza e accomuna ogni essere umano, in ogni luogo e in ogni epoca. In quanto bene comune, permette lo sviluppo, il consolidamento, la costruzione di relazioni tra persone, ambiente e istituzioni. Il cibo è democratico quando vi è il rispetto della dignità delle persone, qualunque siano le condizioni sociali, economiche e culturali. È necessario, dunque, garantire l’accesso ad un cibo di qualità attraverso la creazione di comunità tra pari e in ascolto, coinvolgenti, mosse da logiche proattive, volte al contrasto della povertà alimentare. Crediamo che la partecipazione della comunità vada sollecitata con azioni di educazione al rispetto della persona, al valore del cibo e alla tutela dell’ambiente.


RECUPERO

Sogniamo città a SprecoZero dove cittadini, istituzioni pubbliche, realtà private costruiscano, insieme, la food policy della Comunità del Cibo. Crediamo che la pratica del recupero delle eccedenze alimentari sia un’azione virtuosa, capace di immettere nuovamente il cibo in circolo evitando che questo diventi un rifiuto.

In altri termini siamo consapevoli che il cibo possa diventare un bene comune attraverso la transizione verso modelli di sistemi alimentari più sostenibili dove la produzione di eccedenze alimentari “fisiologiche” punti ad essere minimizzata. La transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e l’accesso più equo al cibo sono obiettivi solo apparentemente in contraddizione e possono essere perseguiti laddove la cultura del cibo come bene comune venga riconosciuta come valore fondante da tutti i soggetti interessati. Per questo è necessario favorire l’accesso alle informazioni che costituiscono il primo passo nella direzione di scelte di consumo consapevoli e stili di vita sostenibili.


INCLUSIONE

Riconosciamo in capo ad ogni persona un potere di cittadinanza capace di incidere profondamente sulla costruzione della comunità. L’inclusione è la capacità di quest’ultima di confrontarsi, di crescere e di accogliere chi la compone rispettandone le specificità. L’obiettivo è disegnare un orizzonte comune guidati da valori condivisi quali solidarietà, giustizia ed equità. La Comunità del Cibo è inclusiva quando consapevole del valore del cibo come bene comune e primario, e non solo in quanto merce; quando viene riconosciuto il cibo come cultura dei popoli: il gusto e i sapori allora, diventano comunicazione ed è un linguaggio comune a permettere l’incontro e la condivisione tra persone; quando viene garantito e tutelato il diritto al cibo di qualità, sano e nutriente e il diritto al cucinare; quando viene garantita la possibilità di compiere scelte etiche dal punto di vista sociale e ambientale e nel rispetto del lavoro e della terra.


DISTRIBUZIONE

Il diritto al cibo è un diritto universale in capo ad ogni essere umano. È fondamentale quindi slegare la pratica del recupero e della redistribuzione delle eccedenze alimentari dallo stigma di assistenza verso chi patisce una marginalità socio-economica. Allentare tale pregiudizio permette alla comunità di comprendere che, invece, tale azione risponde ad un duplice bisogno: un bisogno etico in una logica di solidarietà e garanzia del diritto al cibo e un bisogno ecologico in una logica di sostenibilità ambientale. È, quindi, un diritto di tutt* avere accesso ad un cibo sano, fresco, nutriente e appropriato così come è un dovere di tutt* sottrarre il cibo ad un epilogo che troppo rapidamente lo declassa da risorsa a rifiuto.


EDUCAZIONE

Gli sprechi sono sono il risultato di una mancanza di consapevolezza rispetto al cibo come prodotto di una filiera che esprime i valori delle risorse ambientali e del lavoro dell’uomo. Educare vuol dire trasmettere sentimenti positivi e incoraggianti sulla dignità di ogni gesto e di ogni pratica che contrasta lo spreco alimentare. Intendiamo rendere questo percorso un obiettivo comune e non un’esigenza legata alla povertà. Educare significa creare partecipazione nelle comunità (ad ogni livello e in ogni ruolo) affinché venga garantito il diritto al cibo. Educare vuol dire costruire un processo necessario per rendere le persone libere di scegliere cibo di qualità, con sobrietà e con cura verso la terra e verso le persone. Educare è un percorso per costruire e consolidare il pensiero del cibo come bene comune, trasformando in profondità il modello che genera eccedenze e sofferenze. Un percorso che necessariamente deve creare consapevolezza sui diritti e i doveri di ogni cittadino.


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Manifesto Food Pride

IL MANIFESTO DI FOOD PRIDE

Il cibo è un vettore complesso, non solo di materia ed energia nella sua funzione nutrizionale, ma anche di cultura, saperi e relazioni sociali, elementi in stretta connessione con i territori e gli insediamenti umani. Il cibo riflette le relazioni profonde e reciproche fra gli aspetti umani, sociali e ambientali. Il cibo è un bene comune.

Siamo gruppi formali e informali le cui attività e azioni ruotano attorno al diritto al cibo di qualità, alla lotta allo spreco alimentare attraverso il recupero delle eccedenze alimentari e il loro riutilizzo sociale. Crediamo in un ruolo maggiormente attivo delle comunità attraverso la creazione di una rete di soggetti consapevoli della funzione impattante dei sistemi alimentari per uno sviluppo equo e sostenibile. Per questa ragione vogliamo collaborare alla creazione di politiche del cibo multiscalari, integrate e partecipate, intese come strumenti di dialogo e azione per un’attenta pianificazione dei sistemi alimentari che annoveri, fra i suoi obiettivi principali, il diritto al cibo.


ALCUNI PRINCIPI CHE ALIMENTANO IL NOSTRO AGIRE:
● PARTECIPAZIONE: Il cibo è indispensabile per la sopravvivenza e accomuna ogni essere umano, in ogni luogo e in ogni epoca. In quanto bene comune, permette lo sviluppo, il consolidamento, la costruzione di relazioni tra persone, ambiente e istituzioni. Il cibo è democratico quando vi è il rispetto della dignità delle persone, qualunque siano le condizioni sociali, economiche e culturali. E’ necessario, dunque, garantire l’accesso ad un cibo di qualità attraverso la creazione di comunità tra pari e in ascolto, coinvolgenti, mosse da logiche proattive, volte al contrasto della povertà alimentare. Crediamo che la partecipazione della comunità vada sollecitata con azioni di educazione al rispetto della persona, al valore del cibo e alla tutela dell’ambiente.

● RECUPERO: Sogniamo città a SprecoZero dove cittadini, istituzioni pubbliche, realtà private costruiscano, insieme, la food policy della Comunità del Cibo. Crediamo che la pratica del recupero delle eccedenze alimentari sia un’azione virtuosa, capace di immettere nuovamente il cibo in circolo evitando che questo diventi un rifiuto.
In altri termini siamo consapevoli che il cibo possa diventare un bene comune attraverso la transizione verso modelli di sistemi alimentari più sostenibili dove la produzione di eccedenze alimentari “fisiologiche” punti ad essere minimizzata. La transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e l’accesso più equo al cibo sono obiettivi solo apparentemente in contraddizione e possono essere perseguiti laddove la cultura del cibo come bene comune venga riconosciuta come valore fondante da tutti i soggetti interessati. Per questo è necessario favorire l’accesso alle informazioni che costituiscono il primo passo nella direzione di scelte di consumo consapevoli e stili di vita sostenibili.

● INCLUSIONE: Riconosciamo in capo ad ogni persona un potere di cittadinanza capace di incidere profondamente sulla costruzione della comunità. L’inclusione è la capacità di quest’ultima di confrontarsi, di crescere e di accogliere chi la compone rispettandone le specificità. L’obiettivo è disegnare un orizzonte comune guidati da valori condivisi quali solidarietà, giustizia ed equità. La Comunità del Cibo è inclusiva quando consapevole del valore del cibo come bene comune e primario, e non solo in quanto merce; quando viene riconosciuto il cibo come cultura dei popoli: il gusto e i sapori allora, diventano comunicazione ed è un linguaggio comune a permettere l’incontro e la condivisione tra persone; quando viene garantito e tutelato il diritto al cibo di qualità, sano e nutriente e il diritto al cucinare; quando viene garantita la possibilità di compiere scelte etiche dal punto di vista sociale e ambientale e nel rispetto del lavoro e della terra.

● DISTRIBUZIONE: Il diritto al cibo è un diritto universale in capo ad ogni essere umano. E’ fondamentale quindi slegare la pratica del recupero e della redistribuzione delle eccedenze alimentari dallo stigma di assistenza verso chi patisce una marginalità socio-economica. Allentare tale pregiudizio permette alla comunità di comprendere che, invece, tale azione risponde ad un duplice bisogno: un bisogno etico in una logica di solidarietà e garanzia del diritto al cibo e un bisogno ecologico in una logica di sostenibilità ambientale. E’, quindi, un diritto di tutt avere accesso ad un cibo sano, fresco, nutriente e appropriato così come è un dovere di tutt sottrarre il cibo ad un epilogo che troppo rapidamente lo declassa da risorsa a rifiuto.

● EDUCAZIONE: Gli sprechi sono sono il risultato di una mancanza di consapevolezza rispetto al cibo come prodotto di una filiera che esprime i valori delle risorse ambientali e del lavoro dell’uomo. Educare vuol dire trasmettere sentimenti positivi e incoraggianti sulla dignità di ogni gesto e di ogni pratica che contrasta lo spreco alimentare. Intendiamo rendere questo percorso un obiettivo comune e non un’esigenza legata alla povertà. Educare significa creare partecipazione nelle comunità (ad ogni livello e in ogni ruolo) affinché venga garantito il diritto al cibo. Educare vuol dire costruire un processo necessario per rendere le persone libere di scegliere cibo di qualità, con sobrietà e con cura verso la terra e verso le persone. Educare è un percorso per costruire e consolidare il pensiero del cibo come bene comune, trasformando in profondità il modello che genera eccedenze e sofferenze. Un percorso che necessariamente deve creare consapevolezza sui diritti e i doveri di ogni cittadino.


VOGLIAMO CHE LE PERSONE SI EDUCHINO ALLA SCELTA

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Hanno già firmato:

Associazione culturale Eufemia APS, Torino – Io Potentino Onlus, Potenza -Gruppo Abele, Torino – Il Gusto del Mondo Srl Impresa Sociale,Torino – IUAV, Chiavenna – Dispensa Sociale Namasté coop. sociale, Bergamo – Gli Zii, Padova – Il vaso di Sarepta ODV, Torino – Sara NonProfiTeller, Torino – Associazione di Promozione Sociale Civitas Mariae, Capurso (BA) – Equoevento onlus, Torino – Legambiente Metropolitano, Torino – CSV Milano, Milano – Associazione Borgo Solidale, Genova – CSVnet Lombardia, Milano – CSV, Monza Lecco Sondrio – SenzaSpreco, Firenze – Celocelo food, Torino – Avanzi Popolo 2.0, Bari – PAZ: Pavia Anno Zero né sprechi né avanzi, Pavia – Refoodgees, Roma – CSV Brescia, Brescia – APS Fa Bene Community, Torino – Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus, Torino – Volontari di strada odv, Crotone – Associazione Eco dalle Città, Torino – NOHA, Brescia – Re.Te ong, Torino – Gruppo Arco scs, Torino – Fondazione Caritas Livorno Onlus, Livorno – Associazione Comunità Nuova, Milano – Università di Torino – Atlante del Cibo, Torino – ARCI Torino, Torino – Consiglio del Cibo della Piana di Lucca, Capannori (LU) – APS Alcalia, Mantova – Rete Ricibo, Genova – RECUP, Milano – Dispensa Solidale Circolo Acli Chiari APS, Chiari (BS) – A.p.s. @mici.net, Gonzaga – Movimento per la Decrescita Felice circolo di Padova, Padova – Umbria Equosolidale, Perugia – Slow Food Roma, Roma – Verdessenza, Torino – AnimaTerrae, Trani – associazione CAFE, Pavia – Quartieri del Terzo Paradiso, Lecco – cooperativa sociale AltraSpesa, Matera – Assoc. Non Solo Parole Genova Odv, Genova – AvanziAmo, Genova – Cucina Brigante, Padova – GensAgri, Castellana Grotte (Ba) –


Anche singoli cittadini stanno aderendo:

Chiara Danielli, Rita Pereira, Davide Zarri, Veronica Allegretti, Chiara Lignarolo, Vittorio Sabatini, Giulia Farfoglia, Simona Nardella, Lucia Sabia, Francesco Romagnano, Chiara Fiore, Valentina Loponte, Pasquale Lanni, Martina Camporelli, Luigi Vendola, Angela Noriega, Tiziana Pia, Fabrizio Consoli, Gianluca Di Rosario, Anna Gregis, Karen Lopes, Simona Petralia, Antonio Scotti, Marco Costantino, Carla Ronchi, Alberico Franzin, Susanna Riva, Rosalia Capone, Paolo Filippelli, Chiara Lasalvia, Fernanda Fedi, Roberta Massa, Marco Taiuti, Monica De Luca, Massimiliano Preti, Marzia Vannucci, Erminio Righi, Nadia Tecco, Isotta Rosboch, Giulia Tonelli, Giulia Catania, Alessio Surian, Alessandra Mazzotta, Ilaria Fasola, Alessia Rossino, Rosario Marcodoppido, Simona Bottiglioni, Nicola Andrea Fanucchi, Sabrina Paoletti, Tommaso Conese, Angelo Riva, Sebastian Varra, Michele Sartori, Gabriele Massa, Carla Bortolami, Gabriele Massa, Elena Bonvecchio